![]() L' Ichthyo , conosciuta come la malattia dei puntini bianchi, è una patologia molto comune che può colpire i pesci dei nostri acquari. Viene provocata , molto spesso, da bruschi sbalzi di temperatura : abbassamenti repentini di qualche grado infatti, sono sufficienti per provocare la comparsa dei temuti puntini bianchi. L'indebolimento del sistema immunitario del pesce può portare all'attacco del protozoo ciliato , Ichthyophthirius multifilis, che penetra nell'epidermide e si annida sotto i primi strati cutanei. Queste vescicole , appaiono ad occhio nudo come puntini bianchi osservabili sull'intera superficie corporea . I parassiti incistati recano molto fastidio ai pesci che , anche prima della comparsa dei puntini bianchi, possono cominciare a sfregarsi contro gli arredi dell'acquario. ![]() Ciclo vitale Il ciclo vitale di questo parassita inizia con un minuscolo ciliato, chiamato Teronte , che nel giro di poche ore (alte temperature accelerano il ciclo vitale di questo protozoo) deve trovare un ospite da parassitare . Una volta trovato, il parassita , chiamato ora Trofonte, si incista sul corpo del pesce e si nutre dei suoi globuli rossi e di frammenti di tessuto in disfacimento. Dopo alcuni giorni il parassita si è completamente sviluppato, esce all'esterno e cade sul fondo . Qui forma una cisti, nella quale avvengono varie divisioni mitotiche, aumentando così il numero di individui. Al termine di questo processo , la cisti si rompe e numerosi nuovi parassiti Tomiti si liberano nell'acqua diventando ciliati Teronti che vanno nuovamente alla ricerca di nuovi ospiti. I pesci vengono pertanto , ad ogni ciclo , nuovamente infettati da un numero esponenzialmente crescente di parassiti. Cosa fare?
E' importante accorgersi subito della malattia in modo di agire tempestivamente e non incorrere così in eventuali perdite di animali. Il parassita può essere colpito solo quando si trova nello stadio chiamato Teronte , ovvero quando è alla ricerca dell'ospite da parassitare. In tutti gli altri stadi non si riesce ad annientare. Una corretta gestione della vasca è fondamentale per non trovarsi di fronte a questa problematica ma nel caso in cui i nostri pesci ne fossero colpiti non disperiamo! Esistono in commercio diversi medicinali a base di blu di metilene e verde malachite che ,nel caso di situazioni disperate , possono essere utilizzate nei nostri acquari. Tuttavia riteniamo che , se presa in tempo , la malattia possa essere debellata alzando gradualmente la temperatura dell'acquario fino a 30 gradi per una settimana, evitando così l'utilizzo di farmaci che possono avere effetti negativi sulle nostre vasche. Oltre alla termoterapia , è utile utilizzare un aeratore e i rinforzare le difese immunitarie dei nostri pinnuti imbibendo il mangime con qualche goccia di aglio e vitamine.
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Il genere Lobophyllia appartiene alla famiglia Lobophylliidae e racchiude otto specie differenti. Il carattere sistematico che identifica la specie è senza dubbio la morfologia dello scheletro, il quale è massiccio e ricco di setti carcarei ( carbonato di calcio ) molto prominenti al di sotto dei quali si trova la sezione dedicata al disco orale. Come tutti gli esacoralli anche nelle lobophyllie il colore del tessuto dell'animale è determinato dalla presenza di zooxantelle. La distribuzione di questo genere spazia dall'oceano Indiano fino al Pacifico coprendo gran parte delle zone tropicali. Le colonie, a volte enormi e dall'aspetto di un cuscino, sono formate da gruppi di coralliti e supercoralliti, ben distinti gli uni dagli altri ma riuniti per la parte finale del calice. Durante il giorno questo animale è solito gonfiarsi per esporre il più possibile il tessuto ricco di zooxantelle alla luce in modo da ricavare energia dai processi fotosintetici delle alghe simbionti, mentre la notte accade il contrario. Il tessuto esterno si ritira per lasciare spazio alla corona di tentacoli che fuoriesce dalla parte subito prossima alla fine del disco orale, la quale garantirà la possibilità di predare i microrganismi che compongono lo zooplancton e quindi di nutrirsi (la sola fotosintesi delle zooxantelle non basta!!). Le Lobophyllie sono animali chi in acquario vengono collocati in prossimità del fondo anche se in natura occupano zone decisamente diverse. La collocazione in acquario di questi animali in acquario è ovviamente corretta in quanto lo spazio con maggiore irradiazione luminosa a coralli piu esigenti. L'allevamento di questi animali è piuttosto semplice e non richiede particolari precauzioni. Sono animali molto urticanti e per questo bisogna fare molta attenzione ai coralli che vengono collocati nelle loro vicinanze. Anche tra le stesse lobophyllie la guerra è spietata lasciando il povero acquariofilo con un brutta sorpresa. La facilità nelll'allevamento e l'enorme differenziazione cromatica rende questi animali tra i piu ambiti per riempire la parte bassa dell'acquario. Per alimentare le nostre colonie di Lobophyllia possiamo utilizzare molti prodotti disponibili in commercio. Per una somministrazione diretta (sirigna con espulsione mangime direttamente sulle bocche) potremmo utilizzare alimenti anche secchi di granulometria molto piccola come per esempio LPS food di Aquaforest. Se invece vogliamo alimentare l'intera vasca possiamo rivolgerci a prodotti molto fini come per esempio Power food di aquaforest, il quale è una farina di krill da mescolare all'acqua e che da la possibilità di nutrire SPS e LPS in un'unica somministrazione.
Per quanto ci riguarda le Lobophyllia sono degli animali che qualsiasi acquariofilo dovrebbe allevare. Anche se riflettendo...... non esiste un corallo che non varrebbe la pena allevare in acquario!!! La salute, la colorazione, la crescita e la riproduzione dei nostri coralli passa senza dubbio, oltre a valori chimici dell'acqua ottimali, dall'alimentazione. I coralli sono animali zooxantellati, per lo meno i coralli costruttori di barriera, e traggono nutrimento dai prodotti di sintesi della fotosintesi effettuata dalle alghe unicellulari simbionti che si trovano nel proprio tessuto. Questo è stato provato e studiato scientificamente. E' altrettanto vero che l'energia ceduta dalle zooxantelle non è sufficiente a soddisfare il fabbisogno energetico dei nostri cari animali nei nostri acquari. Oggi analizziamo come alimentare i nostri coralli con i prodotti Aquaforest. Questa si presenta sul mercato con molti prodotti dedicati all'alimentazione dei coralli e alcuni specifici per generi (LPS,SPS e ricordee). La base che accomuna tutte le tipologie di animali è composta da quattro prodotti: BUILD, AMINOMIX, ENERGY e VITALITY. Per primo analizziamo il BULD. Questo insieme ad AMINO MIX lo somministriamo in vasca 10-15 min prima di aggiungere il vero e proprio alimento. Build accelera l’assorbimento di Calcio e Carbonio, che sono cruciali per lo sviluppo dei coralli duri. Fornendo ai coralli tutti i nutrienti necessari, facilita ed accelera la calcificazione, influenzando positivamente il tasso di crescita. Inoltre partecipa in minima parte all'aumento di pH negli acquari di barriera. Con un valore di pH costante la crescita è ulteriormente favorita. Un'altro vantaggi di Build è quello di prevenzione contro i cianobatteri ed inoltre rende l'acqua molto più limpida. Come tutti i prodotti mirati all'alimentazione è consigliabile somministrare tutto a luci spente o a luce blu in fase di tramonto. Come accennato, unitamente al Build somministriamo AMINO MIX. Gli aminoacidi hanno tra i vari vantaggi quello di stimolare i coralli ad aprirsi e quindi facilitare e velocizzare il processo di cattura delle particelle di alimento. Amino Mix reintegra l’acqua con tutti gli amminoacidi necessari, così da prevenire lo sbiancamento dei coralli ed esaltare i loro colori. La composizione unica di AF Amino Mix è composta, tra gli altri, di biotina, alanina, glutammina, leucina, lisina e serina. Set amminoacidici accuratamente selezionati aumentano il numero delle zooxantelle che a loro volta aiutano la produzione di pigmenti fotosintetici come la clorofilla. Trascorsi quindici minuti procediamo con la somministrazione del cibo. Questa varia a seconda della tipologia di vasca, ovvero se è una vasca di sps, una vasca mista, soli lps o molli. VASCA A DOMINANZA DI SPS.Le vasche dedicate agli sps rappresentano una bella sfida in termini di alimentazione. Alimentare troppo o troppo poco ha effetti devastanti su questa tipologia di vasca. Fino a qualche tempo fa si riteneva fosse indispensabile mantenere i valori dei nutrienti (nitrati e fosfati) a valori che spaccavano lo zero. Oggi la teoria è cambiata e sono ben accetti valori di nitrati tra 2 - 5 mg/l e fosfati intorno ai 0,003 mg/l. Questo perché il nitrato è comunque fonte di nutrimento per i coralli. Per l'alimentazione degli sps Il protocollo prevede l'utilizzo di: BUILD, AMINO MIX, ENERGY, GROW BOOST, VITALITY e POWERFOOD. Andiamo a vedere nello specifico gli altri prodotti a partire da Energy. Energy è una composizione unica dei più preziosi estratti naturali. Contiene acidi grassi insaturi Omega-3 e Omega-6, vitamine ed amminoacidi. AF Energy contiene un estratto naturale di zooplankton appositamente selezionato. Limitando la crescita delle zooxantelle, esalta la colorazione pastello e brillante dei coralli SPS. AF Energy è stato arricchito con solfato di rame, necessario per uno sviluppo appropriato ed una colorazione intensa dei coralli. Il solfato di Rame contenuto nel prodotto è quasi non rilevabile e completamente sicuro per tutti gli organismi marini. Unica precauzione è quella di non eccedere con le quantità in quanto il sovraddosaggio potrebbe favorire uno sviluppo algale pronunciato. Il grow boost è un supplemento nutritivo per lo sviluppo e accelerazione della crescita. In questo prodotto la selezione di specifici aminoacidi favoriscono una estensione dei polipi in modo da favorire la cattura del particolato nutritivo che si andrà a somministrare. La formula di Grow boost è arricchita con carbonato di calcio il quale è un composto primario per la formazione dello scheletro corallino. Vitality è un integratore contenente vitamine concentrate per i coralli. Questo prodotto arricchisce l’acqua con tutte quelle vitamine indispensabili che vengono rimosse dal filtraggio in un acquario a sistema chiuso. Al fine di fornire tutti i nutrienti più importanti per un appropriato sviluppo dei coralli, la sua formula unica è basata sulla vitamina B. AF Vitality è un set di vitamine appositamente formulato per ottenere la miglior colorazione dei coralli. Intensifica l’intensità dei colori e fornisce agli abitanti dell’acquario un continuo accesso a vitamine che migliorano le condizioni dei coralli. Il prodotto contiene vitamine: A, B1, B2, B6, B12, C, D3, E e K3. Infine analizziamo il vero e proprio alimento particolato. Questo prodotto potrà essere utilizzato per alimentare la maggior parte dei coralli duri. Power food è alimento in polvere adatto a tutti i tipi di coralli, in particolare per gli SPS. La formula unica di AF Power Food è basata su di una speciale miscela di plancton altamente nutriente ed alghe marine e di acqua dolce. La formula è stata arricchita con prodotti di altissima qualità di origine animale e derivati da molluschi bivalvi. Sono stati impiegati ingredienti selezionati con cura per soddisfare le necessità di tutti i coralli, anche dei più esigenti. AF Power Food è facilmente digeribile e ricco di preziosi estratti, e fornisce al corallo tutti i macronutrienti. La sua ricetta unica è stata sviluppata basandosi sulle necessità nutrizionali dei coralli SPS, dandogli così una colorazione eccellente ed una crescita rapida. AF Power Food è arricchito con una serie di vitamine appositamente selezionate che supportano il sistema immunitario e provvedono ad una crescita ottimale del corallo. Il prodotto contiene tutti gli ingredienti necessari per la dieta quotidiana dei coralli. La somministrazione di questi prodotti e la loro quantità deve essere calcolata in base alle esigenze della vasca. VASCHE MISTE E A DOMINANZA DI LPSLe vasche miste sono molto probabilmente le più complicate per quanto concerne il mantenimento e l'alimentazione data la sostanziale differenza di esigenze alimentari che intercorre tra LPS e SPS. Il protocollo di alimentazione rimane lo stesso delle vasche a dominanza di sps fatta eccezione per la somministrazione diretta di alimento agli LPS più esigenti come le trachyphillie, le scolymie, le fungie le acanthastree e le lobophyllie. Per la somministrazione diretta noi utilizziamo LPS food. LPS food è un granulare dedicato, ricco di proteine e acidi grassi altamente nutrienti che sono essenziali per la salute degli animali. E' nostra usanza spegnere le pompe di movimento e quella di risalita e somministrare il prodotto con una siringa proprio in prossimità della bocca del corallo. Essendo un granulare se durante la somministrazione vi perdete qualche granello non preoccupatevi di inquinare la vasca perchè saranno subito preda dei pesci. VASCHE DI CORALLI MOLLILe vasche con alcionari sono le piu semplici da gestire. In questo caso COntinuerei ad utilizzare BUIL e AMINO MIX e VITALITY. Come alimento invece consigliamo il PHYTO MIX e PURE FOOD.
PHYTO MIX è un alimento liquido dedicato principalmente ai coralli molli, alle gorgonie ed ai coralli non fotosintetici. Grazie al suo perfetto equilibrio tra il contenuto di fitoplancton e di zooplancton, la formula fornisce ai coralli tutti i nutrienti necessari come proteine, grassi e carboidrati. Al fine di fornire una dieta che soddisfi tutti i bisogni nutrizionali dei coralli, AF Phyto Mix contiene integratori di origine anumale di massima qualità. La formula è stata arricchita con l’aggiunta di molluschi ricchi di proteine facilmente assimilabili. Grazie all’eccellente bilanciamento tra i nutrienti, AF Phyto Mix è anche voracemente consumato dai piccoli pesci come gli Anthias. Può essere assimilato anche dai coralli LPS. L’impiego regolare di Phyto Mix garantisce coralli in salute, crescita rapida e colori eccellenti.
Il mantenimento di questi animali in acquario è piuttosto semplice e sono proposti come i primi animali da inserire in acquari di primo allestimento. Il tessuto dell'animale con il suo apparato boccale e i tentacoli trovano posto, in condizione di totale chiusura, all'interno del corallite meticolosamente ripiegato. Durante il giorno e spesso anche la notte, in mancanza di elementi di disturbo questo animale protrae i propri tentacoli mostrando tutta la sua bellezza. Non a caso Euphyllia è il genere più amato dagli acquariofili. Il collocamento delle colonie di Euphyllia dovrebbe risiedere in zone di buona circolazione ma non intensa. Difatti quando il tessuto dell'animale è completamente estroflesso, un flusso di acqua troppo intenso potrebbe generare un ripiegamento del tessuto stesso sui setti del corallite generando una ferite che potrebbero portare ad una infezione e successivamente alla morte dell'animale. Risultano essere animali molto sensibili alle brusche oscillazioni di kH andando poi in necrosi. Questo processo è molto rapito e prende il nome di Brownjelly in quanto, quello che prima era tessuto coloratissimo dell'animale al momento del manifestarsi di questo evento si presenterà come una gelatina marrone lasciando all'acquariofilo solamente lo scheletro bianco del corallo. Mentre non sembrano esserci molte possibilità di recupero di E.glabrescens in E.ancora l'acquariofilo potrebbe provare a frammentare il corallo andando a tagliare scheletro e tessuto a partire da 2 cm circa dopo l'inizio della parte in necrosi. Nonostante questa possibilità, le Euphyllie sono generalmente robuste e nel caso degli animali del gruppo 1 presentano una crescita esponenziale e molto rapida. La posizione migliore in acquario è il fondo o la parte bassa centrale della colonna d'acqua i modo da lasciare la parte sovrastante ricca di luce per animali più esigenti. Euphyllia ancora E.ancora è un antozoo endemico nell'Oceano Pacifico orientale, specie nella Grande Barriera Corallina australiana. Euphyllia ancora è facilmente distinguibile inquanto la terminazione dei tentacoli è forma di martello o meglio di ancora. Euphyllia ancora è molto più urticante di altre Sclerattinie ed è in grado di estroflettere notevolmente i suoi tentacoli fino a una distanza di 15 cm; occorre considerare questa come la distanza di sicurezza che dovremmo mantenere dagli altri invertebrati della vasca soprattutto se si tratta di Alcionacei. Solitamente in punta ai tentacoli si trova una piccola macchia bianca o gialla che si illumina sotto una luce attinica. Grazie alle zooxantelle contenute nel tessuto E.ancora è in grado di soddisfare il suo fabbisogno nutrizionale ed energetico ma è comunque consigliabile la somministrazione di alimento selezionato come alcuni preparati di granulomentrie diverse che nutrono indifferentemente LPS e SPS. Euphyllia glabrescens E. glabrescens è endemico nell'Oceano Pacifico centrale, specie in Indonesia, Isole Fiji e nella Grande Barriera Corallina australiana. Appartiene al gruppo 1 e presenta una morfologia a polipo e calice singolo. La caratteristica sostanziale è che dall'estremita della apertura boccale si dipartono tentacoli filiformi che possono avere colori che variano dal marrone scuro al verde e addirittura all'arancione. All'estremità del tentacolo si trova sempre una zona con un cromatismo differente che conferisce all'animale ancora più eleganza. Anche qui vale lo stesso discorso di E. ancora. La corrente deve essere moderata ed il flusso non deve essere diretto sull'animale. La conformazione dello scheletro potrebbe lacerare il tessuto portando a infezione con conseguente morte dell'animale. Anche E.glabrescens risulta essere molto sensibile e valori bassi di kH e/o repentini sbalzi di quest'ultimo. Un equilibrio stabile della triade garantisce una lunga vita a questo animale e ne favorisce la riproduzione. Questa avviene per gemmazione e si presenta nella parte laterale del polipo. Al di sotto della corona del calice troveremo delle piccole protuberanze che si tramuteranno presto in nuovi individui. Per quanto riguarda l'alimentazione possiamo dire che un'alimentazione mirata non avrebbe molto senso. La somministrazione diretta in acqua di alimento in polvere risulta essere una via ottima per la sopravvivenza dell'animale. Anche questo animale è soggetto particolarmente al brownjelly. Le motivazioni possono essere molteplici e l'unica via per salvare una colonia è quella di recidere l'intero polipo. Euphyllia paradivisa E.paradivisa è un antozoo endemico nell'Oceano Pacifico orientale, specie nella Grande Barriera Corallina australiana. L'Euphyllia paradivisa è molto simile all'Euphyllia divisa in quanto entrambe hanno i tentacoli terminanti con una sorta di bottone; è possibile identificarla correttamente esclusivamente controllando la forma dello scheletro calcareo; nella Euphyllia divisa i coralliti hanno una sezione trasversale a meandri concatenati ed i setti trasversali sono molto rialzati, nella Euphyllia paradivisa i coralliti hanno una sezione trasversale ovale e sono ben distinti gli uni dagli altri. La corrente deve essere moderata ed il flusso non deve essere diretto sull'animale. La conformazione dello scheletro potrebbe lacerare il tessuto portando a infezione con conseguente morte dell'animale. Anche E.glabrescens risulta essere molto sensibile e valori bassi di kH e/o repentini sbalzi di quest'ultimo. Un equilibrio stabile della triade garantisce una lunga vita a questo animale e ne favorisce la riproduzione. Questa avviene per gemmazione e si presenta nella parte laterale del polipo. Al di sotto della corona del calice troveremo delle piccole protuberanze che si tramuteranno presto in nuovi individui. Per quanto riguarda l'alimentazione possiamo dire che un'alimentazione mirata non avrebbe molto senso. La somministrazione diretta in acqua di alimento in polvere risulta essere una via ottima per la sopravvivenza dell'animale. Anche questo animale è soggetto particolarmente al brownjelly. Le motivazioni possono essere molteplici e l'unica via per salvare una colonia è quella di recidere l'intero polipo. Euphyllia cristata E.cristata è presente nell'Oceano Pacifico orientale, specie nelle isole dell'Arcipelago Malese. L'Euphyllia cristata si distingue dalle altre Euphyllie principalmente per la forma del tentacolo che termina con una serie di pseudo-tentacoli ramificati, onde il nome comune "corallo uva"; la punta di ogni ramificazione termina, a sua volta, con un ingrossamento a forma di bottone convesso o di acino d'uva. Per ottimizzare la loro permanenza in acquario, è indispensabile mantenere un pH elevato ed elevati livelli di calcio e stronzio, mantenere, inoltre, i livelli di fosfati e nitrati il più vicino possibile allo zero. La corrente deve essere moderata ed il flusso non deve essere diretto sull'animale. La conformazione dello scheletro potrebbe lacerare il tessuto portando a infezione con conseguente morte dell'animale. Anche E.glabrescens risulta essere molto sensibile e valori bassi di kH e/o repentini sbalzi di quest'ultimo. Un equilibrio stabile della triade garantisce una lunga vita a questo animale e ne favorisce la riproduzione. Questa avviene per gemmazione e si presenta nella parte laterale del polipo. Al di sotto della corona del calice troveremo delle piccole protuberanze che si tramuteranno presto in nuovi individui. Per quanto riguarda l'alimentazione possiamo dire che un'alimentazione mirata non avrebbe molto senso. La somministrazione diretta in acqua di alimento in polvere risulta essere una via ottima per la sopravvivenza dell'animale. Anche questo animale è soggetto particolarmente al brownjelly. Le motivazioni possono essere molteplici e l'unica via per salvare una colonia è quella di recidere l'intero polipo. di Tommaso Mascioli L’intensa colorazione e le caratteristiche abitudini alimentari hanno reso i pesci chirurgo, gli abitanti più graditi in una vasca di barriera. La dieta di questi magnifici pesci è basata sull’assimilazione di alghe e tessuti vegetali che si accrescono sulla parte superiore delle rocce calcaree. Questa caratteristica rappresenta un enorme vantaggio per l’acquariofilo in quanto questi pesci mantengono sotto controllo la crescita algale impedendone la crescita anche tra le colonie coralline determinandone la morte. In natura i pesci chirurgo e i loro simili sono quegli animali che, nei reef, ricoprono un ruolo fondamentale nella conservazione di un equilibrio ecologico. Le macro-alghe, alla base della dieta di questi organismi, presentano un rateo di crescita molto elevato andando ad occupare vasti habitat in un lasso di tempo molto ristretto. E’ consuetudine utilizzare in ogni vasca di barriera alcuni esemplari di questa affascinante famiglia. Tuttavia, riguardo al mantenimento di questi animali in habitat artificiali vi sono spesso delle abitudini “malsane” che consistono nell’introduzione di singoli individui di una specie in quanto presenterebbero aggressività intraspecifica, vengono alimentati con eccessiva parsimonia al fine di evitare di inquinare l’acqua della vasca e perché erroneamente si pensa che questi animali disporrebbero di tutto ciò che necessitano all’interno del nostro piccolo ecosistema. Ma allora perché in natura si formano dei banchi per l’alimentazione costituiti da un numero enorme di individui ed in acquario non possiamo mantenerli in un numero cosi alto? La risposta è semplice. Per tutte le specie viventi, l’amore per il conspecifico passa sempre dallo stomaco. E’ difatti dimostrato che l’aggressività intra ed interspecifica aumenta al diminuire delle sostanze nutrienti. Inoltre, a differenza dei carnivori, gli erbivori per soddisfare il loro fabbisogno giornaliero, hanno la necessità di elaborare delle impressionanti quantità di cibo, come tra l’altro avviene per tutti gli erbivori terrestri. Ovviamente per quanto grande sia la vasca nella nostra abitazione, la produzione primaria (alghe) e la somministrazione di cibo 3-4 volte al giorno, non assolverà mai a tale fabbisogno. Attualmente si conoscono circa 76 specie di pesci chirurgo. Come abbiamo accennato poco prima, questi pesci sono erbivori e si nutrono di alghe. Tuttavia una minoranza di questo grande gruppo è detritivora e planctivora. Molto spesso, i pesci chirurgo sono specializzati per un determinato tipo di alga come è sottolineato dalle diverse morfologie dell’apparato boccale nelle diverse specie. La speciazione ovviamente induce anche ad una scelta di locus diversi per la ricerca di cibo, localizzando l’area nutrizionale in aree distinte di reef. Tra tutte le specie, Acanthurus trigosteus è quella più diffusa al mondo e occupa un area per la nutrizione che va dalle acque basse fino ai 90m di profondità. Numerosi studi effettuati su questa specie hanno fornito dati importanti per la comprensione della formazione dei banchi alimentari. La formazione dei branchi a scopo alimentativo è una strategia di sopravvivenza adottata da tutte le specie al fine di rendere possibile l’assimilazione di cibo anche laddove si ha la presenza di predatori o specie in competizione per il cibo. Più il banco è grande più le possibilità di alimentarsi aumentano. “Una cosa è certa: i pesci chirurgo sono i più allevati e desiderati, ma purtroppo anche i meno “compresi” nella moderna acquariologia di barriera.” ELLEN THALER. Questi magnifici pesci sono caratterizzati da colorazioni brillanti ed inoltre sono molto utili al fine di mantenere in equilibrio il sistema acquario. Essendo mangiatori perenni questi pesci hanno la necessità di nutrirsi continuamente, cosa questa che non avviene quasi mai nei nostri acquari. Molto spesso questi animali mostrano segni particolari di nanismo o segni di denutrizione.
I reef corallini si formano nelle zone di mare estremamente povere di sostanze nutrienti. A volte tali sostanze nutritive costituiscono una tale rarità che queste aree vengono definite come “deserti marittimi”. In effetti, in un reef corallino la maggior parte delle sostanze nutrienti è presente sotto forma di sostanze viventi: mentre sulla terra ferma le piante ottengono le sostanze necessarie dal suolo, gli abitanti del reef per il loro sostentamento devono servirsi del tessuto corporeo e di escrementi. Tutto ciò sembra valere anche per quegli invertebrati che possiedono alghe simbionti. E’ diffuso il concetto secondo il quale i coralli provvisti di simbionti non avrebbero bisogno di procurarsi alcun nutrimento, ma questo non pare corrispondere al vero. Anche i coralli zooxantellati devono catturare nutrimento e valorizzarlo. Le limpide acque tropicali indicano la totale assenza di nutrienti ed escludono categoricamente la presenza di plancton. Le acque dei reef corallini sembrerebbero essere un deserto nutritivo. Da qui nascerebbe l’ipotesi che i coralli produrrebbero da soli tutto ciò di cui hanno bisogno, o per lo meno la parte dominante. L’unica via per farlo sarebbe dunque l’autotrofia, in altre parole i coralli non hanno la necessità di alimentarsi perché riceverebbero tutto quello di cui hanno bisogno dalle alghe simbionti. Dall’inizio fino alla metà degli anni ’70, si studiava più da vicino la fisiologia della simbiosi coralli/alghe. Pionieri di questo lavoro erano Len MUSCATINE e i suoi studenti e collaboratori, e i risultati provarono che i dinoflagellati della maggior parte dei coralli zooxantellati elaborano effettivamente grandi quantità di prodotti della fotosintesi, che successivamente vengono ceduti all’ospite. La fotosintesi crea carboidrati, vale a dire zucchero e suoi derivati. I ricercatori scoprirono che le alghe simbionti erano in grado di soddisfare il fabbisogno giornaliero di carbonio dei coralli. Nessuno degli scienziati però aveva azzardato tale conclusione. Nel frattempo una nuova generazione di scienziati, durante alcune ricerche su campo nei reef corallini, arrivò ad un’altra conclusione. Se le acque dei reef sono così povere di plancton, perché brulicano di pesci planctivori? Nei coralli possono collaborare le zooxantelle, ma i pesci di certo non le contengono. L’errore commesso dagli scienziati, che li portò a dedurre che nei mari tropicali non vi è presenza di plancton, fu quello di usare gli stessi strumenti e gli stessi metodi utilizzati nei mari temperati e non perché fossero adatti, ma solo perché nei mari temperati avevano funzionato. Il plancton dei mari temperati consiste prevalentemente di piccoli crostacei, larve di pesci, molluschi come pure meduse e ctenofori. Tutti questi, commisurati alla loro piccolezza, sono organismi robusti. Molti di questi sono catturabili trascinando un setaccio attraverso l’acqua. Nei primi anni ’90 si riuscì a comprendere che il plancton tropicale si distingue da quello dei mari temperati. Questo consiste di piccoli organismi gelatinosi come larve di tunicati, minuscole meduse, ma anche esemplari più grandi che sono però strutturati in modo molto complesso e straordinariamente fragili, larve simili alle meduse come pure enormi quantità di materiale batterico. Una gran quantità di questo plancton consiste semplicemente di batteri raggrumati, a volte grandi da diventare visibili ad occhio nudo (“marine snow”). Il plancton tropicale è semplicemente troppo piccolo e troppo delicato per essere raccolto con la metodologia standard diffusa verso la metà degli anni ’50. Una rete per plancton di questo tipo che venga trascinata attraverso l’acqua non raccoglie plancton, ma lo distrugge letteralmente.
Tornando ai coralli, le zooxantelle apportano ai polipi dei coralli tutti gli zuccheri che possono valorizzare, e una gran parte di questi viene trasportata quasi immediatamente alla superficie del corallo come substrato vischioso. Lo zucchero è energia, vale a dire che le zooxantelle sono fornitrici di energia la quale viene impiegata dal corallo per produrre tutto quello che le alghe simbionti non riescono ad offrire: proteine, fosfati, sostanze minerali e svariati altri composti. Le zooxantelle quindi apportano al corallo l’energia necessaria per strutturare la propria trappola per il plancton: i tentacoli, le nematocisti, le cavità gastrovascolari e gli assetti digestivi. Dai tardi anni ’80 sono stati condotti studi dettagliati su quanto nutrimento viene valorizzato dagli organismi di barriera, e questa quantità è veramente considerevole. Uno degli studi migliori è quello di HAMMER (1998), che stabili che in un’area di un metro quadro di superficie di reef nell’arco di 24 ore, venivano assunti dagli animali oltre due milioni di particelle con un peso complessivo di 750 grammi. (Coral Bleaching, 2013 , Tommaso Mascioli) La Micromussa lordhowensis (ex acanthastrea) è un esacorallo coloniale caratterizzato da innumerevoli varietà cromatiche che la rendono uno dei coralli più amati in aquariofilia. Le colonie hanno una aspetto tabulare e sono costituite da un numero elevato di polipi. In aquariofilia la Micromussa viene collocata in un raggruppamento esclusivamente acquariologico che viene definito come LPS (large polyp scleractin). La M.Lordhowensis ha un territorio di distribuzione molto esteso nell'Indopacifico. La specie è stata descritta presso la costa dell'Africa occidentale e nell'indopacifico centrale compresa l'Australia occidentale e orientale, la Papa Nuova Guinea e il Giappone meridionale. L'Habitat di M.Lordhowensis è la parte del reef con acqua bassa. Il successo di questa specie in acquariofilia è dettato dalle intense colorazioni che spaziano dal verde intenso al rosso del tessuto esterno e dal molto spesso contrastante colore del disco orale. Acanthastrea Lordhowensis (continuiamo a chiamarla cosi almeno fino a quando la nuova classificazione entrerà definitivamente anche nel mercato acquariofilio) si mostra adatta al mantenimento in acquario di barriera a patto che si osservino parametri di base. A.Lordhowensis fa farte di tutti quei coralli che vengono definiti Zooxantellati, ovvero riescono ad alimentarsi anche grazie alla fotosintesi generata dalle alghe simbionti (Zooxantelle) che sono presenti nel proprio tessuto. Per questo il primo parametro da tenere in considerazione è proprio la luce. Deve essere intensa e con uno spettro luminoso coerente con quello naturale. L'ideale per questi animale è uno spettro con una spiccata dominanza del blu in modo da accentuarne le fluorescenze. Altro parametro fondamentale è garantire ad Acanthastrea L. un intensa circolazione. E' scontato dire che i valori chimici dell'acqua dell'acquario devono rispettare i parametri ottimali per la gestione di un acquario marino di barriera. Una elevata concentrazione di nutrienti (fosfati e nitrati) con conseguenza esplosione algale andrebbe evitata in quanto questa specie non è in grado di resistere alle alghe filamentose e/o patinose. mantenimento in acquarioL'allevamento di A. Lordhowensis è sconsigliabile in acquari marini dove sono presenti specie appartenenti alle famiglie Pomacanthidae e Chaetodontidae in quanto questo corallo rappresenterebbe una meravigliosa e squisita variante alla dieta a base di mangimi secchi e congelati. Acanthastrea L. non sembra rappresentare un'aggressività particolare nei confronti degli altri coralli (come invece lo è A.echinata ) e di colonie della stessa specie. Difatti è usanza comune quella di creare dei "giardini" di Acanthastrea affiancando colonie di diversi colori. LPS FOODL'alimentazione di Acanthastrea è piuttosto semplice. Come accennato in precedenza A.lordhowensis ricava parte del suo fabbisogno metabolico dalla fotosintesi generata dalle zoxantelle e la parte mancante viene assimilata comunque quando viene somministrato l'alimento in polvere per tutti gli altri coralli. Se si vuole si può alimentare direttamente su ogni polipo. A tal riguardo esistono in commercio alimenti particolare nati proprio per tutti i coralli a polipo grande (LPS) come per esempio LPS FOOD di aquaforest. disponibilità sul mercato.Sul mercato sono disponibili numerose varietà che sono determinate dalla qualità cromatica dell'animale, caratteristica questa, che ne determina anche il prezzo. Queste varietà non hanno alcun valore tassonomico ma hanno esclusivamente l'utilità di attribuire, attraverso le colorazioni più caratteristiche, un valore economico. Solitamente questa divisione comprende le seguenti categorie:
di Tommaso Mascioli
la vasca di fabrizioL'acquario marino di barriera è molto affascinate soprattutto agli occhi dei neofiti. L'idea di riprodurre in casa un angolo di reef spinge aquariofili esperti e non ad investire molto tempo e denaro in questo bellissimo hobby. Esistono molte insidie nella realizzazione di un aquario funzionante. La prima ovviamente è la scelta della vasca, la quale deve essere idonea alle aspettative finali del acquariofilo in questione. Se si vuole, per esempio, creare un'acquario ricco di coralli e di pesci bisognerà pensare di acquistare una vasca molto grande e soprattutto sviluppata in lunghezza e non in altezza. Questa è la prima insidia, diciamolo.... facilmente superabile. Ora arriva quella più difficile. La Tecnica. La tecnica in acquario marino comprende tutta l'attrezzatura che permette un corretto funzionamento della vostra nuova vasca. Due sono le cose da evitare in assoluto: andare a risparmio sulle apparecchiature (vale il detto chi poco spende più spende.. ed è verissimo) o, nel caso in cui non ci fossero problemi di natura economica, andare subito diretti sulle attrezzature che costano di più (non sempre la cosa più cara è la cosa che più si adatta alle vostre capacità). Oggi andremo ad analizzare la Vasca (bellissima) di Fabrizio. Il nostro amico , ex acquariofilo di acqua dolce, innamoratosi del sistema marino ha iniziato la sua avventura con una vasca da 250 litri, che come sempre accade, è divenuta ben presto piccola per le sue esigenze. Questo caso in particolare, evidenzia come un mix di scelte iniziali non consone e consigli di persone non proprio preparate in materia, avrebbero potuto portare Fabrizio ad abbandonare questo fantastico hobby. E' un puro caso quello che ha portato Fabrizio nel mio negozio. Chiacchierando è venuta fuori tutta l'insoddisfazione e la sua delusione nei confronti del suo acquario, cosi abbiamo deciso di intervenire. Questa era la situazione. La vasca con misure 180x70x55h, bellissima vasca, era in condizioni tali da scoraggiare anche il più assiduo aquariofilo. Analizziamo la tecnica:
Sono evidenti i limiti di questa vasca. Sump: Lo skimmer è molto sottodimensionato e quindi inadatto alle dimensioni della vasca. La sump non sezionata non è di per se una problematica cosi grande ma è un'altro svantaggio in un sistema che non può funzionare correttamente. La pompa di risalita è molto piccola e questo, in aggiunta alle altre problematiche, fa si che la circolazione tra vasca e sump sia molto lenta comportando una scarsa ossigenazione. Per non parlare del sacchetto con i carboni appesi al lato della vasca.... Illuminazione: Di certo le GNC sono lampade ottime e costose. Come accennato in precedenza la scelta del materiale tecnico deve essere allineato con le capacità del conduttore della vasca e alla scelta degli animali che si andranno ad ospitare. Fabrizio aveva optato per una vasca a prevalenza di coralli LPS. Queste lampade hanno una grande capacità luminosa e la colorazione è molto bianca in quanto adatte ad acquari che ospiteranno coralli SPS. Diciamo che sono lampade adatte a persone esperte e ad acquari che hanno una chimica dell'acqua molto buona (una luce cosi bianca favorisce una elevata crescita algale). Inoltre il fascino dei coralli LPS è dato dalla loro fluorescenza, la quale con questa tipologia di lampade sarebbe totalmente azzerata. Circolazione: La circolazione dell'acqua all'interno della vasca principale era affidata ad un unica Blau 13000 l/h. Un po poco per il volume della vasca. Ne è una riprova la quantità notevole di sedimento sul fondo. Allestimento: Anche qui qualche errore. L'idea di separare la lunga vasca da die singoli atolli è molto buona ma le rocce rispetto al litraggio sono davvero poche. Le rocce vive saranno il filtro biologico dell'acquario e proprio per questo la quantità deve essere equilibrata in modo da assicurare un equilibrio stabile all'aggiunta di animali e quindi di biomassa. Lo scoraggiamento di Fabrizio era tanto e anche la voglia di chiudere tutto. Fabrizio è un acquariofilo scrupoloso e attento e non si capacitava del motivo per il quale il suo acquario aveva preso questa piega. Abbiamo deciso di intervenire su tutti i fronti. il primo passo è stato ripristinare la vasca filtro (sump). Abbiamo optato per una sump Blau, commerciale ma ben sezionata. Fabrizio ha, nella parte sottostante alla vasca, un grande serbatoio di acqua di ripristino rendendo la sezione isolata della sump, dedicata al rabbocco, inutile e quindi abbiamo eliminato una parete divisoria regalando alla sump altri 20 litri di acqua. Abbiamo inoltre provveduto alla sostituzione della pompa di risalita con una Jebaoo dc-8000 elettronica in modo da permettere a Fabrizio di regolare la portata della pompa a suo piacere. Lo skimmer è stato sostituito con un Nyos Quantum 300 ed è stato aggiunto anche un Media reactor (filtro a letto fluido) AF110 della Aquaforest per la circolazione dell'acqua attraverso i materiali filtranti. Il locale Sump era sistemato. Non rimaneva che sistemare la vasca. Dopo molta fatica sono riuscito a convincere Fabrizio ad applicare una pellicola blu sul fondo posteriore dell'acquario.... i mattoni della parete proprio non mi piacevano!!! Abbiamo aggiunto un'altra Blau 13000 come pompa di movimento. Ora la circolazione era buona. Ultimo passo la sostituzione delle lampade. Le Ecotech Radion sono state la scelta definitiva di Fabrizio. Ne sono state applicate cinque. La situazione era di gran lunga migliorata. Ma c'era ancora qualcosa che non mi piaceva. Era l'inizio di un'altra "battaglia" con Fabrizio: La sabbia viva. Dopo una lunga opera di convincimento si è proceduto con la sabbia viva della Nature's. Ovviamente ne è stata applicata solo un piccolo strato in modo da non incidere sulla formazione di nutrienti (NO3 e PO4). sono stati inseriti anche altri animali, per lo più LPS ma gli SPS che erano presenti precedentemente mostravano le prime punte di crescita e una ripresa di colorazione. Ora Fabrizio si gode la sua bella vasca di Barriera e dopo questa esperienza è un acquariofilo preparato e metodico. Andiamo a vedere come è cambiata la sua vasca in 3 mesi: Fabrizio sta gestendo la sua splendida vasca con il protocollo Aquaforest.
Era da tempo che desideravamo cambiare progetto. Il negozio di acquari ha un'anima e una propria vita e ha la necessita di evolversi con il passare del tempo. Per questo abbiamo deciso che la nostra vasca espositiva andava aggiornata al passo con le tendenze attuali. Fino a qualche anno fa gli acquari marini di barriera avevano caratteristiche specifiche, ovvero la profondità della vasca non era cosi pronunciata come ora mentre si dava molta importanza all'altezza. Alcune vasche misuravano addirittura 70cm di altezza. L'illuminazione era affidata a lampade alogene (HQI) molto performanti ma anche molto dispendiose. Ultimamente l'acquario marino ha subito una sorta di metamorfosi. Ora le vasche sono più lunghe e molto più profonde mentre l'altezza media è notevolmente diminuita. Per non parlare poi dell'arredamento interno.... Era consuetudine ricreare una fitta rocciata che occupava l'intera parete posteriore dell'acquario riempiendola per la totalità della lunghezza e altezza. Gli acquari moderni utilizzano meno roccia e la forma di quella utilizzata è per la maggior parte è piatta al fine di ricreare un ambiente terrazzato che ricorda la parte più alta dei reef naturali. Anche per l'illuminazione ci sono state molte innovazioni, come le plafoniere al Led che garantiscono un eccellente illuminazione, anche se per gli appassionati di coralli sps la tecnologia migliore rimane ancora quella delle lampade al neon T5 (ma di questo ne riparleremo in un altro momento). Abbiamo sostituito la nostra vecchia vasca artigianale 130x60x60cm (450l) con una Elos 120x57x47cm (330l). Parte da qui, dunque, la nostra nuova avventura contraddistinta dal colore viola visto che la gestione degli integratori, dei batteri, dei media e dell'alimentazione è affidata ad Aquaforest. in questo post, infatti, incominceremo a capire un pò di più come funziona questa linea. La nostra nuova vasca espositiva sarà equipaggiata cosi:
Eccoci qui. Nuovo anno nuova vasca. Avendo inserito Aquaforest come linea principale per la vendita in negozio avevamo la necessità di provare questi prodotti per capire prima di tutto se fossero validi e in secondo luogo per conoscerli e quindi proporli ai nostri clienti. Primo giorno - Allestimento Una volta collocato abbiamo iniziato a riempire. per la rocciata abbiamo optato per due atolli entrami posti sotto la luce diretta delle nostre Hydra HD. Allo stesso tempo abbiamo messo in opera L' AF110 caricato come da protocollo Aquaforest: zeolite, carbone e resina antifosfati. Abbiamo utilizzato della sabbia viva per coprire il fondo (vedere il vetro di fondo proprio non ci piace) senza esagerare con la quantità, in modo di evitare che il fondale diventi un accumulo di nutrienti indesiderati. Alcune Archaster provvederanno a smuovere il fondo mantenendolo sempre pulito. Per la fase di maturazione utilizzeremo il BIO S come attivatore batterico e lo faremo tutti i giorni per 14 giorni per poi passare a i batteri probiotici. Il BIO S accelera il ciclo dell'azoto e contenendo speciali colture di batteri, favorisce la rimozione di ammoniaca e degli altri componenti organici. Giorno 14 - Maturazione in corso Sono terminati i 14 giorni di BIO S. Si passa al PROBIO S. Questo prodotto contiene batteri probiotici altamente concentrati. La funzione di PROBIO S è quella di trasformare il fosfato ed il nitrato ed i composti organici in biomassa che possa essere facilmente rimossa dallo schiumatoio o consumata dai coralli. in associazione a PBS iniziamo oggi la somministrazione congiunta di NPPRO che non è altro che materia per la crescita dei batteri probiotici. abbiamo iniziato a popolare la vasca con qualche animale. Giorno 90 - Popolamento A tre mesi dall'avvio la vasca è stata popolata da molti animali tra cui Sps e Lps. Attualmente la vasca è alimentata da una dosometrica caricata con i Component 1+ 2+ 3+ e quindi utilizzando il sistema Balling. Siamo molto soddisfatti di questo sistema e i risultati ottenuti sono straordinari. Ovviamente abbiamo iniziato ad alimentare i nostri ospiti con Energy, Plankton elixir e Power food due tre volte a settimana somministrando sempre dieci minuti prima il vettore Build, le vitamine Vitality e gli amminoacidi (Amminomix). Abbiamo voluto mostrarvi l'effetto del sistema Balling di Aquaforest su questi due coralli a distanza di un mese. Il sistema balling con i componenti 1+2+3+ provvedono a mantenere la triade sempre in equilibrio (se il consumo di ca e mg è molto elevato bisognerà comunque integrare con i buffer) e allo stesso tempo assicura un apporto costante di tutti i macro elementi come K, Fe, Mn, I e Sr e gli elementi in traccia evitanto il continuo reintegro manuale.
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AutoriTommaso e Cristina, laureati in Scienze Naturali presso La Sapienza di Roma, compongono lo Staff di Hexacorallia. Archivi
Novembre 2019
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